Innamorarsi di Città Del Messico in 72 ore.
Tepotzlàn, 17/01/2022
I quattro giorni appena trascorsi in una delle metropoli più grandi del mondo sembrano irreali qui, seduto tra le piante di un meraviglioso giardino tropicale in un tranquillo ostello di Tepotzlàn. Ha appena finito di piovere, il petricore mi inebria con la sua fragranza, mentre fisso ancora per qualche secondo l'imponente bellezza della sierra che circonda il paese.
L'esperienza vissuta tra le strade caotiche di Città del Messico è andata oltre ogni aspettativa, ma cominciamo dall'inizio.
Appena atterrato stringo amicizia con Karol, un simpatico ragazzo tedesco che si rivelerà un prezioso compagno di avventure.
Ci dirigiamo verso il centro, è appena l'alba e facciamo in tempo ad ammirare le torri della cattedrale in Plaza dela Constituciòn, conosciuta come El Zòcalo, colpite dai primi raggi di sole.
L'alba sulla Catedral Metropolitana de la Asunción de la Santísima Virgen María a los cielos |
Il primo giorno lo dedichiamo ai mercati e alla scoperta dell'ottimo street food.
Il mercato di Sonora e il mercato della Merced ci investono con il loro mix di gente, colori e profumi. C'è davvero di tutto, dal ciarpame più inutile alla frutta e verdura più squisite. Troviamo una sezione dedicata alla religione, con un'area riservata a culti non proprio ortodossi: amuleti, erbe medicamentose, candele, incensi e icone di santi si trovano accanto ad animali (o parti di essi) essiccati o mummificati, l'atmosfera non è del tutto confortevole.
Venditrice di Nopales, Mercado de la Merced |
Banco di frutta, Mercado di Sonora |
Migriamo verso zone più felici, approdando nell'area street food: Tacos, zuppe, quesadillas ed enchiladas la fanno da padrone, una miriade di salse per lo più piccantissime, verdure di ogni genere tra cui il Nopal, foglia di fico d'india privata delle spine, ottima arrosto. Purtroppo il consumo di carne è davvero smodato, ma non si fa fatica a trovare un'opzione quanto meno vegetariana.
Gettonatissimi anche i Chapolines, piccole cavallette secche e molto speziate.
Esploriamo poi il centro, molto curato nelle vie principali, di una bellezza vibrante e decadente quelle secondarie.
Tacos street food, Centro Historico |
Terminiamo la giornata in un bar molto cozy nel quartiere Roma Norte, dall'atmosfera molto più turistica e internazionale.
Il secondo giorno lo dedico alle rovine di Teotihuacàn, ma ne parlerò nel prossimo articolo.
Il terzo giorno visitiamo il lago di Xochimilco, ciò che resta dell'immenso sistema di laghi sul quale una volta sorgeva Tenochtitlàn, la capitale dell'impero Azteco rasa al suolo dal discutibile Cortès, aiutato da popolazioni ostili agli Aztechi, il 13 Agosto 1521.
Lago de Xochimilco |
Lago de Xocimilco |
La famigerata Michelada |
Ci imbarchiamo in una delle tradizionali chiatte, optando per il giro di tre ore che prevede anche una visita agli acquari dove vengono tenuti in cattività degli esemplari di Axolotl, una bellissima salamandra endemica di questo lago, purtroppo in pericolo di estinzione per causa dell'inquinamento e di predatori introdotti dall'uomo.
Mentre rifletto su quanto gli esseri umani non siano capaci di lasciare in pace questo mondo meraviglioso, giocando a fare le divinità e turbandone troppo spesso la perfetta armonia, vengo comunque sopraffatto da una sensazione di pace: lo sciabordio dell'acqua, lo scorrere lento della chiatta e l'energia meravigliosa della natura sono un balsamo per l'anima.
Quel birbone dell'Axolotl |
Barchetta con venditori di cibo e bevande |
"Amarte Duele ", la nostra chiatta |
Si avvicinano una serie di barchette con a bordo venditori di cibo e bevande. Proviamo il Pulque, un succo di Maguey (tipo di agave) fermentato che ricorda un po' la kombucha, per accompagnare delle ottime quesadillas.
Il pomeriggio siamo a Coyoacàn, zona bohémien e quartier generale degli artisti, da non perdere il mercato dell'artigianato e il museo Frida Kahlo.
I Coyote, simbolo del quartiere di Coyoacàn |
Mercato di Coyoacàn |
Mercato di Coyoacàn |
La sera è la volta di Plaza Garibaldi, famosa per i concerti di mariachi, dove riabbraccio il mio amico Carlo, che tanti di voi conosceranno come Vagamondo, con cui ho condiviso la meravigliosa esperienza di Meraki durante alcuni mesi del 2021.
Stanchi e felici ci diamo appuntamento al mattino dopo, in cui da bravi viaggiatori di lungo corso, decidiamo di avventurarci ai margini del malfamato quartiere di Tepito, il barrio bravo conosciuto per il famigerato altare della Santa Muerte, culto derivato dal sincretismo tra antiche fedi indigene, religione cattolica e magia.
La Santa Muerte |
Dopodichè ci dirigiamo impazienti verso l'Azul Historico, ottimo ristorante degno della sua fama: il cibo era davvero fenomenale! Sazi e felici ci salutiamo, ci rivedremo a Mazunte tra una decina di giorni.
La sera incontro Karol per un mezcal d'addio, decidiamo di concludere la nostra avventura nel luogo in cui era cominciata: il baretto scalcinato di calle La Regina.
Mezcal, rodaja de naranja y sal de gusano |
Al nostro arrivo veniamo subito invitati a condividere il tavolo con Polo e Daisy, una coppia di amici che si rivelano i migliori anfitrioni che potessimo desiderare.
La serata vola tra ottimi consigli, confronti su vari argomenti e una esilarante esibizione di Polo che si cimenta in un karaoke sulle canzoni dei Queen,
É arrivato il momento dei saluti, scambiamo numeri di telefono e promesse di amicizia, con l'augurio di incontrarci ancora.
Il viaggio è appena iniziato ma sono già colmo di gratitudine, con nuovi amici e dei racconti meravigliosi da condividere.
Che il viaggio verso Sud abbia inizio, hasta pronto Città del Messico!
Grazie di tutto dal profondo del cuore!
È una descrizione fantastica! Ti trasporta in presenza nei luoghi visti da te! La parola diventa rappresentazione ed è capace di trasmettere sensazioni! 💚
RispondiEliminaGrazie per questo tuo diario Ale, lo seguo con molto piacere.
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